Viaggio tra gli occupanti dell'ex Socrate
Da Repubblica.it. Dal 2009 nella vecchia sede del liceo classico vivono una sessantina di rifugiati etiopi, sudanesi ed eritrei. Ora sta decollando un progetto di autorecupero che coinvolgerà gli occupanti nella ristrutturazione dell'edificio.
di Gianvito Rutigliano da Repubblica.it.
I corridoi sono pregni di odore pungente di spezie. Ma coinvolgente: è odore di casa. È passata da poco l'ora di pranzo, gli abitanti si muovono, escono, sonnecchiano, rientrano nelle loro stanze. All'ingresso è arrivata una donna, con le taniche d'acqua da portare al piano superiore. Si caricano e in cambio si riceve l'offerta di un caffè. È come un condominio, ma più colorato. I muri esterni ed interni sono affrescati con murales: arte, spray e stencil che stuzzicano la vista, in netto contrasto con le strutture di legno che dal piano di sotto puntellato danno il segnale di un mondo accogliente, ma ancora fragile.
È da fine dicembre 2009 che nella vecchia sede del liceo classico Socrate, nel quartiere San Pasquale di Bari, circa sessanta rifugiati etiopi, sudanesi ed eritrei abitano in quelle che un tempo erano aule scolastiche. "Risentiamo dei problemi degli edifici anni 70 - ci spiegano gli italiani che li aiutano - tra cattiva messa in opera e materiali utilizzati di scarsa qualità. Abbiamo trovato pilastri sottodimensionati, con infiltrazioni d'acqua o con ferro lasciato in vista e soggetto a usura".
Dopo l'esperienza in chiaroscuro del Ferrhotel, tanti immigrati si sono ritrovati senza un'abitazione, a reclamare il loro diritto alla "seconda accoglienza": il sostegno, cioè, che gli enti locali devono assicurare ai richiedenti, subito dopo il supporto umanitario. L'unica soluzione, in quel momento, è sembrata l'occupazione di uno spazio pubblico in disuso per scopi abitativi, aiutati dai collettivi della città. La scuola era stata già dichiarata inagibile e svuotata per carenze strutturali, in particolare nel piano sottostante, e tornata nel patrimonio comunale nel 2008, dopo dieci anni di proprietà della Provincia. Tra enti pubblici e occupanti i rapporti non sono mai stati di grande collaborazione. Ma una svolta pare essere arrivata con un progetto di autorecupero, in concerto con Comune di Bari, Regione, Istituto autonomo case popolari, Politecnico di Bari e Formedil, l'ente provinciale per la formazione professionale nell'edilizia scolastica.
Con il coinvolgimento e lo studio apposito di Ingegneria senza frontiere, si è già riunito il tavolo tecnico che porterà al protocollo d'intesa per riqualificare l'istituto, coinvolgendo gli immigrati in maniera attiva. Gli esterni e i lavori per recuperare l'agibilità andranno a bando, gestito dalle istituzioni. Il cantiere interno sarà invece gestito dai migranti, unendo le due esigenze espresse di casa e lavoro. Gli operai dovranno, infatti, ricevere apposita formazione edile, con tanto di certificazione tecnica che potranno utilizzare in future ricerche di occupazione. Chi non lavorerà attivamente sul restauro, contribuirà con la pulizia o cucinando. E la forma di cooperazione frutterà un risparmio di quasi il 50% delle spese necessarie. "Una volta sistemato l'immobile - ci spiegano gli attivisti del collettivo Rivolta il debito e di Ingegneria senza frontiere - vogliamo coinvolgere la comunità e il quartiere nel fornire servizi, che possono andare dalla lavanderia di zona a una mensa, a seconda delle esigenze che vogliamo verificare con un percorso di partecipazione".
C'è ancora tanto da fare per assicurare una vivibilità completa del Socrate occupato: "Abbiamo guadagnato diversi obiettivi, come la residenza per i rifugiati nella scuola, da un anno e mezzo. Ma possiamo solo contare su acqua non potabile che acquistiamo e mettiamo a disposizione con una cisterna, mentre vorremmo una fontana pubblica fuori dall'edificio o l'avvicinamento nel cortile di un punto acqua. E per l'elettricità ci arrangiamo con i generatori".
L'assessore alla Solidarietà del Comune di Bari, Fabio Losito (Sel), è il primo interlocutore istituzionale del programma: "Siamo in fase di scrittura del progetto - ci spiega - per poter accedere ai fondi Fesr della Regione Puglia. I tempi non saranno immediati, ma abbiamo già fissato il partenariato. I primi passi saranno legati alla questione idrica, su cui gli uffici sono già al lavoro, e alla messa in sicurezza".
di Gianvito Rutigliano da Repubblica.it.
I corridoi sono pregni di odore pungente di spezie. Ma coinvolgente: è odore di casa. È passata da poco l'ora di pranzo, gli abitanti si muovono, escono, sonnecchiano, rientrano nelle loro stanze. All'ingresso è arrivata una donna, con le taniche d'acqua da portare al piano superiore. Si caricano e in cambio si riceve l'offerta di un caffè. È come un condominio, ma più colorato. I muri esterni ed interni sono affrescati con murales: arte, spray e stencil che stuzzicano la vista, in netto contrasto con le strutture di legno che dal piano di sotto puntellato danno il segnale di un mondo accogliente, ma ancora fragile.
È da fine dicembre 2009 che nella vecchia sede del liceo classico Socrate, nel quartiere San Pasquale di Bari, circa sessanta rifugiati etiopi, sudanesi ed eritrei abitano in quelle che un tempo erano aule scolastiche. "Risentiamo dei problemi degli edifici anni 70 - ci spiegano gli italiani che li aiutano - tra cattiva messa in opera e materiali utilizzati di scarsa qualità. Abbiamo trovato pilastri sottodimensionati, con infiltrazioni d'acqua o con ferro lasciato in vista e soggetto a usura".
Dopo l'esperienza in chiaroscuro del Ferrhotel, tanti immigrati si sono ritrovati senza un'abitazione, a reclamare il loro diritto alla "seconda accoglienza": il sostegno, cioè, che gli enti locali devono assicurare ai richiedenti, subito dopo il supporto umanitario. L'unica soluzione, in quel momento, è sembrata l'occupazione di uno spazio pubblico in disuso per scopi abitativi, aiutati dai collettivi della città. La scuola era stata già dichiarata inagibile e svuotata per carenze strutturali, in particolare nel piano sottostante, e tornata nel patrimonio comunale nel 2008, dopo dieci anni di proprietà della Provincia. Tra enti pubblici e occupanti i rapporti non sono mai stati di grande collaborazione. Ma una svolta pare essere arrivata con un progetto di autorecupero, in concerto con Comune di Bari, Regione, Istituto autonomo case popolari, Politecnico di Bari e Formedil, l'ente provinciale per la formazione professionale nell'edilizia scolastica.
Con il coinvolgimento e lo studio apposito di Ingegneria senza frontiere, si è già riunito il tavolo tecnico che porterà al protocollo d'intesa per riqualificare l'istituto, coinvolgendo gli immigrati in maniera attiva. Gli esterni e i lavori per recuperare l'agibilità andranno a bando, gestito dalle istituzioni. Il cantiere interno sarà invece gestito dai migranti, unendo le due esigenze espresse di casa e lavoro. Gli operai dovranno, infatti, ricevere apposita formazione edile, con tanto di certificazione tecnica che potranno utilizzare in future ricerche di occupazione. Chi non lavorerà attivamente sul restauro, contribuirà con la pulizia o cucinando. E la forma di cooperazione frutterà un risparmio di quasi il 50% delle spese necessarie. "Una volta sistemato l'immobile - ci spiegano gli attivisti del collettivo Rivolta il debito e di Ingegneria senza frontiere - vogliamo coinvolgere la comunità e il quartiere nel fornire servizi, che possono andare dalla lavanderia di zona a una mensa, a seconda delle esigenze che vogliamo verificare con un percorso di partecipazione".
C'è ancora tanto da fare per assicurare una vivibilità completa del Socrate occupato: "Abbiamo guadagnato diversi obiettivi, come la residenza per i rifugiati nella scuola, da un anno e mezzo. Ma possiamo solo contare su acqua non potabile che acquistiamo e mettiamo a disposizione con una cisterna, mentre vorremmo una fontana pubblica fuori dall'edificio o l'avvicinamento nel cortile di un punto acqua. E per l'elettricità ci arrangiamo con i generatori".
L'assessore alla Solidarietà del Comune di Bari, Fabio Losito (Sel), è il primo interlocutore istituzionale del programma: "Siamo in fase di scrittura del progetto - ci spiega - per poter accedere ai fondi Fesr della Regione Puglia. I tempi non saranno immediati, ma abbiamo già fissato il partenariato. I primi passi saranno legati alla questione idrica, su cui gli uffici sono già al lavoro, e alla messa in sicurezza".