Roma-l'appello: fermiamo la speculazione sulle ex-Fonderie Bastianelli
Valerio Manstandrea, Elio Germano, Simone Cristicchi, Wu Ming e Pino Cacucci tra le prime firme a sostegno di Communia!
Da ormai 10 giorni nel quartiere romano di San Lorenzo è nata Communia, uno spazio aperto di mutuo soccorso che ha sottratto alla speculazione edilizia l'edificio storico delle ex- fonderie Bastianelli (via dei Sabelli 102-104). Communia ha riaperto al quartiere un edificio abbandonato da anni, facendolo rivevere con servizi come la scuola e lo sport popolare, lo sportello legale e le iniziative per i bambini oltre alle quotidiane attività artistico-culturali.
Per questo l'appello a sostegno del progetto Communia, lanciato pochissimi giorni fa, è stato già firmato in rete da più di 200 persone, tra cui alcune personalità del mondo della musica, della cultura, del cinema, accademiche e del giornalismo. Tra i molti firmatari segnaliamo:
Assalti Frontali, Banda Bassotti, Paolo Berdini, Marco Bersani, Piero Bevilacqua, Daniele Biacchessi, Pino Cacucci, Salvatore Cannavò, Simone Cristicchi, Elio Germano, Il muro del canto, Valerio Mastandrea, Jhonny Palomba, The Gang, Wu Ming, il Nuovo Cinema Palazzo...
Ogni giorno continuano ad arrivare decine di firme, continuiamo a pensare che San Lorenzo abbia bisogno di servizi e spazi di cultura per tutt@, non dell'ennesimo palazzone figlio della speculazione edilizia.
Omnia Sunt Communia
Firma!! – Roma, San Lorenzo: fermiamo la speculazione sulle ex Fonderie Bastianelli. Trasformiamole in un bene comune.
Lo scorso 24 aprile, un collettivo di studenti e precari ha occupato le ex fonderie Bastianelli a Via dei Sabelli nel cuore del quartiere di San Lorenzo a Roma.
In questo stabile di archeologia industriale attivo fin dai primi del Novecento, sono stati prodotti importanti monumenti della capitale nonché la gran parte dei chiusini stradali della città.
Già a dicembre del 2012 fu scritto un appello per la salvaguardia delle Ex Fonderie Bastianelli firmato da quasi 800 fra architetti e tecnici che potete trovare sul sito
Oggi la proprietà intende compiere l’ennesima speculazione edilizia in un quartiere già martoriato da anni di politiche urbanistiche e sociali scellerate e nonostante il fatto che l’intera area sia stata inserita all’interno della “Carta della Qualità”, parte integrante dello stesso Piano Regolatore.
Il progetto prevede infatti la demolizione dell’attuale struttura storica e la costruzione al suo posto di un palazzone di 4 piani con 54 mini appartamenti e tre piani interrati per parcheggi. Tutto ciò nel pieno di una falda acquifera che ha già provocato grossi problemi nell’adiacente via de Reti.
I comitati di quartiere che si battono contro questo progetto da almeno due anni, tramite un lavoro lungo e uno studio approfondito delle carte e degli atti progettuali, hanno ricostruito la storia e la memoria di questo luogo e sono riusciti, con la Soprintendenza, a bloccare per il momento questo scempio, ma un nuovo progetto di ristrutturazione è già in agguato.
Adesso l’occupazione del progetto Communia, vuole bloccare la speculazione in atto ma anche sperimentare e autogestire servizi pubblici di cui le Istituzioni non si fanno carico.
Vogliono rispondere e resistere alla crisi economica con progetti autogestiti di “mutuo soccorso” di cui i cittadini del quartiere sentono la necessità: da una scuola popolare ad una ludoteca per bambini, dall’aula studio alla fotocopisteria sociale per studenti universitari, da uno sportello legale per vertenze sul lavoro a progetti di sport popolare ecc.
Con questa lettera noi firmatari esprimiamo solidarietà agli occupanti, e invitiamo cittadini e istituzioni a bloccare questa ulteriore speculazione a San Lorenzo, preservando la storicità della costruzione e armonizzando la riqualificazione dello stabile con i diritti di chi vive il quartiere, la cui storia è un bene comune di tutta la città.
Cinquecento anni fa, durante le rivolte contadine contro i Principi, il predicatore eretico Thomas Muntzer gridava: “Omnia sunt Communia”: tutte le cose sono comuni. Oggi in un mondo diviso tra l’1% della popolazione che accumula enormi ricchezze e il restante 99% che si spartisce la povertà, in un’epoca non troppo diversa da quella di Muntzer, crediamo sia importante ripartire di nuovo da qui.
Da ormai 10 giorni nel quartiere romano di San Lorenzo è nata Communia, uno spazio aperto di mutuo soccorso che ha sottratto alla speculazione edilizia l'edificio storico delle ex- fonderie Bastianelli (via dei Sabelli 102-104). Communia ha riaperto al quartiere un edificio abbandonato da anni, facendolo rivevere con servizi come la scuola e lo sport popolare, lo sportello legale e le iniziative per i bambini oltre alle quotidiane attività artistico-culturali.
Per questo l'appello a sostegno del progetto Communia, lanciato pochissimi giorni fa, è stato già firmato in rete da più di 200 persone, tra cui alcune personalità del mondo della musica, della cultura, del cinema, accademiche e del giornalismo. Tra i molti firmatari segnaliamo:
Assalti Frontali, Banda Bassotti, Paolo Berdini, Marco Bersani, Piero Bevilacqua, Daniele Biacchessi, Pino Cacucci, Salvatore Cannavò, Simone Cristicchi, Elio Germano, Il muro del canto, Valerio Mastandrea, Jhonny Palomba, The Gang, Wu Ming, il Nuovo Cinema Palazzo...
Ogni giorno continuano ad arrivare decine di firme, continuiamo a pensare che San Lorenzo abbia bisogno di servizi e spazi di cultura per tutt@, non dell'ennesimo palazzone figlio della speculazione edilizia.
Omnia Sunt Communia
Firma!! – Roma, San Lorenzo: fermiamo la speculazione sulle ex Fonderie Bastianelli. Trasformiamole in un bene comune.
Lo scorso 24 aprile, un collettivo di studenti e precari ha occupato le ex fonderie Bastianelli a Via dei Sabelli nel cuore del quartiere di San Lorenzo a Roma.
In questo stabile di archeologia industriale attivo fin dai primi del Novecento, sono stati prodotti importanti monumenti della capitale nonché la gran parte dei chiusini stradali della città.
Già a dicembre del 2012 fu scritto un appello per la salvaguardia delle Ex Fonderie Bastianelli firmato da quasi 800 fra architetti e tecnici che potete trovare sul sito
Oggi la proprietà intende compiere l’ennesima speculazione edilizia in un quartiere già martoriato da anni di politiche urbanistiche e sociali scellerate e nonostante il fatto che l’intera area sia stata inserita all’interno della “Carta della Qualità”, parte integrante dello stesso Piano Regolatore.
Il progetto prevede infatti la demolizione dell’attuale struttura storica e la costruzione al suo posto di un palazzone di 4 piani con 54 mini appartamenti e tre piani interrati per parcheggi. Tutto ciò nel pieno di una falda acquifera che ha già provocato grossi problemi nell’adiacente via de Reti.
I comitati di quartiere che si battono contro questo progetto da almeno due anni, tramite un lavoro lungo e uno studio approfondito delle carte e degli atti progettuali, hanno ricostruito la storia e la memoria di questo luogo e sono riusciti, con la Soprintendenza, a bloccare per il momento questo scempio, ma un nuovo progetto di ristrutturazione è già in agguato.
Adesso l’occupazione del progetto Communia, vuole bloccare la speculazione in atto ma anche sperimentare e autogestire servizi pubblici di cui le Istituzioni non si fanno carico.
Vogliono rispondere e resistere alla crisi economica con progetti autogestiti di “mutuo soccorso” di cui i cittadini del quartiere sentono la necessità: da una scuola popolare ad una ludoteca per bambini, dall’aula studio alla fotocopisteria sociale per studenti universitari, da uno sportello legale per vertenze sul lavoro a progetti di sport popolare ecc.
Con questa lettera noi firmatari esprimiamo solidarietà agli occupanti, e invitiamo cittadini e istituzioni a bloccare questa ulteriore speculazione a San Lorenzo, preservando la storicità della costruzione e armonizzando la riqualificazione dello stabile con i diritti di chi vive il quartiere, la cui storia è un bene comune di tutta la città.
Cinquecento anni fa, durante le rivolte contadine contro i Principi, il predicatore eretico Thomas Muntzer gridava: “Omnia sunt Communia”: tutte le cose sono comuni. Oggi in un mondo diviso tra l’1% della popolazione che accumula enormi ricchezze e il restante 99% che si spartisce la povertà, in un’epoca non troppo diversa da quella di Muntzer, crediamo sia importante ripartire di nuovo da qui.