Le nostre vite valgono più del debito
Il peso del debito è utilizzato per giustificare politiche di austerità uguali in tutto il mondo: riduzione delle spese sociali, riduzione del sistema pensionistico, congelamento o riduzione degli stipendi pubblici, aumento della flessibilità del lavoro, privatizzazione di settori vitali come l’acqua, l’energia, i trasporti, la saluta e la scuola, riduzione delle sovvenzioni ai ceti più disagiati, giro di vite su stipendi e salari. Lo spostamento di risorse nel bilancio pubblico dai servizi sociali al pagamento di interessi sul debito è brillantemente illustrato dall’ultima nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza per il 2011: la spesa per interessi di 70,4 miliardi del 2009 è destinata a salire a 94,3 miliardi nel 2014 e la sua incidenza sugli stipendi dei dipendenti pubblici passerà dal 58 al 78 per cento, quella sulle pensioni dal 30 al 35 per cento mentre l’incidenza sulla spesa sanitaria passa dal 63,7 per cento del 2009 al 77,6 per cento del 2014.